La parola responsabilità a volte ci spaventa perché ci sembra che rappresenti qualcosa di grande o difficile da attuare. Ma, a ben pensarci, iniziamo fin da piccoli ad assumerci le nostre responsabilità, ovviamente commisurate con l’età e le capacità.
In famiglia, a scuola prima, sul lavoro poi, e nella società civile, siamo chiamati ad essere responsabili del nostro operato, a contribuire come possiamo all’andamento familiare e alla riuscita delle attività a cui prendiamo parte. Ognuno ci mette i propri talenti e la buona volontà… e si rende disponibile al servizio agli altri. Succede così nella coppia, con i figli, con i compagni, con i colleghi, con tutti.
Così capita anche in Azione Cattolica: c’è bisogno del contributo di tante persone per individuare le necessità del nostro territorio, per proporre percorsi, per progettare -e a volte correggere insieme- l’indirizzo associativo in una particolare situazione.
Lo stile che contraddistingue il cammino associativo e il percorso assembleare è quello sinodale, basato cioè sulla partecipazione di tutti, stile tanto auspicato da Papa Francesco nei suoi documenti e da sempre caratteristica peculiare della nostra associazione.
La democraticità poi, è sicuramente l’elemento che contraddistingue il percorso assembleare ad ogni livello. In primo luogo perché tutti siamo chiamati, in momenti diversi della nostra vita, a renderci disponibili per i diversi servizi e poi perché tutti possiamo esprimere le nostre preferenze, votando chi più riteniamo idoneo per i vari incarichi. Si tratta di offrire la propria disponibilità (nelle associazioni parrocchiali o in quella diocesana) per dare una mano, per essere un tassello che porta un contributo unico, perché crediamo che l’AC sia un valido strumento che ci permette di vivere appieno da laici il nostro Battesimo, camminando comunitariamente, con il faro del Vangelo a guidarci.
Barbara Grillo – vicepresidente diocesana degli adulti