Nel delicato tempo di sospensione che siamo chiamati a vivere, ci siamo accorti sempre più di quanto sia importante per ciascuno abitare relazioni significative e sperimentare situazioni dove esercitare la necessità di comunicare e condividere i vissuti (nel nostro caso basta affacciarsi sul cortile per poter dialogare con gli amici, anche a distanza).
Molte persone in questo periodo ci hanno comunicato il loro sguardo sulla nostra esperienza, chiamandoci “fortunati”, “beati” perché facciamo comunità, per aver puntato su relazioni e spazi in comune che ci permettono anche nelle situazioni di crisi di moltiplicare possibilità, condividere gioie e tristezze, risparmiare, ottimizzare costi e risorse.
Parecchie persone esprimono con noi i loro desideri profondi rispetto alla ricerca di forme di vita più vivibile, più umana, dove poter respirare la speranza del camminare accanto a volti amici, dove sentire la gioia della ricerca del bene comune e non solo la soddisfazione del bisogno individuale, dove sperimentare che i beni messi in comune possono essere sufficienti per tutti.
Oggi vorremmo poter mettere a disposizione la nostra piccola esperienza, essere una briciola che nutre queste dimensioni profonde dell’essere umano, ospitare ma non solo, aprire spazi di “ecologia integrale” dove accogliere e condividere vivendo uno stile di vita fraterno, dove rigenerarsi, dove poter credere insieme a qualcosa di diverso dall’economia del consumo (che crea la cultura dell’usa e getta di cose e persone) sperimentando il ben-essere del convivere (che a sua volta può generare la cultura della relazione e dell’inclusione), prendendo sul serio le emergenze del nostro tempo, dall’emergenza climatica a quelle umanitarie.
Gennaio 2020